Riduci carattereAumenta carattereVersione graficaSolo testo
 

Centro congressi “Luigi Zordan”

 
foto

Il Centro congressi “Luigi Zordan” è collocato all’interno del Monastero di San Basilio, nel centro storico dell’Aquila. La struttura è destinata a ospitare convegni, concerti, mostre e manifestazioni di particolare rilievo organizzate dall’Università degli Studi dell’Aquila, ma anche da privati ed enti pubblici che ne facciano richiesta.

Le prime notizie relative a un inserimento religioso risalgono alla fine del V secolo e sicuramente al XII secolo è possibile riferire il primo impianto del monastero. Il complesso vive i suoi periodi più floridi come sede delle Monache Benedettine Celestine. Al XV secolo è ascrivibile l’impianto del chiostro. Nel XVII secolo le Benedettine sono sostituite dalle Celestine ed è in questo periodo che il complesso subisce una sostanziale modifica, assumendo i caratteri che ancora oggi lo contraddistinguono. Il terremoto del 1703 danneggia il monastero e alle iniziative di rinnovo successive all'evento sismico è riferibile il progetto del nuovo corpo sulla piazza, che attualmente ospita la parte principale del Centro congressi. Nell’Ottocento, conseguentemente alle leggi napoleoniche di soppressione degli ordini religiosi, il monastero viene chiuso ma le monache continuano a dimorarvi per la conduzione del collegio femminile. Successivamente viene requisito per esigenze militari e solo nel 1932 la porzione più antica del monastero e la chiesa sono restituite alle monache. Nel dopoguerra l’ala settecentesca è adibita ad uso scolastico, fino al 1993 quando l’Università degli Studi dell’Aquila stipula una convenzione con il Comune dell’Aquila per l’utilizzo della struttura a fini istituzionali. Negli anni 2005-2006 viene redatto dal prof. Luigi Zordan, allora direttore del Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell’Ateneo, con i suoi collaboratori, il progetto di trasformazione della parte dell’edificio dell’Università. In seguito alla prematura scomparsa del prof. Luigi Zordan, gli viene dedicato il Centro congressi.

Dopo il sisma del 2009, il Centro congressi è stato restaurato e pienamente riaperto all’uso nel 2024, arricchito con una dotazione tecnologica che lo rende in grado di accogliere importanti eventi, ponendolo come polo di riferimento a servizio dell’intera città.

Indirizzo: piazza San Basilio 1, 67100 - L'Aquila

 

Servizi

  • Reception
  • Ufficio segreteria
  • Staff tecnico
  • Bar per coffee break
  • Guardaroba
  •  

    Descrizione tecnica

    Il Centro congressi è attrezzato con apparecchiature tecniche audiovisive ed informatiche progettate per rendere ciascuna delle sale utilizzabili in modo indipendente oppure interconnesse tra di loro utilizzando la tecnologia AV Over IP. Mediante la gestione delle videoconferenze e dello streaming in diretta è possibile sia far interagire con le aule eventuali relatori da remoto, sia realizzare trasmissioni in diretta web sul canale YouTube UnivAQ E-Learning, canale dedicato anche alla pubblicazione e conservazione delle registrazioni integrali degli eventi. Nel palazzo sono presenti due regie dalle quali è possibile gestire tutte le telecamere e i computer di cattedra presenti nelle aule. Gli organizzatori di eventi possono scegliere se gestire slides relatori e relativa proiezione in modo indipendente, oppure ricorrere all'assistenza della regia, in tutto o in parte.

    Il Centro congressi si compone di diversi spazi.

    Sala San Basilio

    La Sala “San Basilio” si trova al piano terra del Centro congressi. È grande circa 125 mq e può ospitare fino a 70 persone.

    Sala Vincenzo Rivera

    L’Aula magna “Vincenzo Rivera” si trova al II piano del Centro congressi. È grande circa 340mq e può ospitare fino a 220 persone. 

    Sale A, B, C

    Le sale A, B e C sono situate al I piano del Centro congressi e hanno la seguente capienza:
    - Sala A: circa 32 mq, 16 posti
    - Sala B: circa 38 mq, 25 posti
    - Sala C: circa 42 mq, 25 posti

    Sala Riunioni

    La Sala riunioni si trova al II piano del Centro congressi.

     

    Contatti

    Segreteria unica del Rettore e del Direttore Generale
    E-mail: segreteria.rettore@strutture.univaq.it
    Tel: 0862 43 2030

    Regolamento sulle modalità di utilizzo degli spazi e delle aule di Ateneo
    Regolamento sulle modalità di utilizzo degli spazi e delle aule di Ateneo - Moduli di richiesta
    Tariffario per la concessione delle aule e degli spazi di Ateneo

     

    Le opere di Rocco Genovese

    Nei locali del Centro congressi è allestita una mostra permanente dedicata all’artista Rocco Genovese (Trapani, 1925 – Roma, 1981), importante esponente dell'astrattismo italiano. 
    La mostra si aggiunge a opere singole o collezioni dell’artista presenti in sedi italiane di rilievo come MACRO di Roma, Galleria d’Arte Moderna di Cento (FE), Museo Bargellini di Pieve di Cento (BO), Museo Parisi-Valle di Maccagno (VA), MACC di Caltagirone (CT), Museum di Bagheria (PA), Galleria Civica La Salerniana di Erice e Fondazione Orestiadi di Gibellina (TP). 
    Le opere esposte all’Aquila, in prestito poliennale all’Università grazie alla generosa disponibilità degli eredi, includono sculture in legno realizzate tra il 1972 e il 1979, pannelli e collage fotografici, disegni a biro su carta. 
    Per approfondire: 
    Archivio Rocco Genovese
    Archivio Biblioteca Quadriennale

    La biografia di Rocco Genovese (Trapani 4 settembre 1925, Roma 22 maggio 1981)

    Da Trapani si trasferisce a Roma per frequentare la facoltà di Architettura. Aderisce nel 1951 al Gruppo Origine, conosce Alberto Burri e successivamente stringe amicizia con Edgardo Mannucci ed Ettore Colla. Si sposa con Wanda Angelini che sarà sua compagna per tutta la vita e con la quale avrà due figli, Pino e Manlio. Nel 1958 affianca lo stesso Colla alla direzione della rivista “Artivisive”, curandone il numero conclusivo. Espone le prime sculture nel 1966 in una personale alla Galleria Trevi con la presentazione in catalogo di Corrado Maltese, nello stesso anno tiene una seconda mostra personale alla Galleria Il Bilico. Prende parte, tra gli anni Sessanta e Settanta, a rassegne d’arte nazionali: il Premio Termoli del 1966, la Quadriennale di Roma del 1973 e la mostra "Volterra ’73", dove presenta nell’acropoli etrusca grandi sculture che interagiscono con l’ambiente. 
    Proprio negli anni Settanta i suoi lavori assumono un nuovo linguaggio fatto di sinuosità organiche ed esomorfe. Si trasferisce a Lavinio nella casa da lui progettata in collaborazione con il padre, ingegnere, e con l’amico architetto Alfio Castello. Inizia nel nuovo studio una larga produzione di opere e pubblica nel 1974 la sua prima monografia curata da Emilio Villa ed Enrico Crispolti. 
    Il figlio Pino, che intraprende il lavoro del padre, cura le sue opere organizzando una prima retrospettiva nel 1988 a Erice (Trapani) nelle sale de La Salerniana e nel 1994 a Roma, a Palazzo Braschi, entrambe curate da Enrico Crispolti. Nel 2014 altra retrospettiva alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento curata da Marco Meneguzzo.