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I mercoledì della cultura anno 2023

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Ventiduesima stagione - Autunno 2023 

  • Silvia Bencivelli con Simone Gozzano
    Eroica, folle e visionaria
    13 dicembre 2023
    Eroica, folle e visionaria è il titolo di un libro, edito da Bollati Boringhieri, che parla di autoesperimenti e autosperimentatori, medici che hanno deciso di provare le proprie idee direttamente su se stessi, spesso con un tocco di pazzia e di incoscienza, altre volte con sincero altruismo e cocciuto coraggio. D’altra parte per ogni nuova medicina o per ogni nuova tecnica medica deve esserci pur stato un primo “fruitore”. Una scoperta deve essere provata su qualcuno per essere certi che funzioni. Quel qualcuno, in molti casi, è stato lo stesso che ha avuto l’intuizione e ha deciso di metterci il corpo per dimostrare di avere ragione. Talvolta il gesto non ha portato a risultati apprezzabili e si è perso nel nulla, altre volte è stato fatale; in qualche caso ha spianato la strada a un premio Nobel e ha segnato un avanzamento fondamentale delle nostre conoscenze. Ma perché sperimentare su di sé? La motivazione più alta è un generoso «non farei mai ad altri quello che non ho il coraggio di fare a me stesso». Ma a leggere le molte storie raccontate in questo libro si scopre che c’è anche chi l’ha fatto solo per comodità, o perché non veniva creduto da nessuno, o perché era semplicemente incapace di fidarsi di qualcun altro. Molti, poi, lo hanno fatto per pura curiosità, e alcuni persino per rabbia o per ripicca. Silvia Bencivelli scrive con penna ironica e leggera, toccando gli argomenti chiave del rapporto tra medicina, società e potere, coinvolgendo il lettore in alcune delle più incredibili storie della medicina, dal Seicento ai giorni nostri. Incontreremo medici che si fecero pungere intenzionalmente da zecche e zanzare per dimostrare l’origine di una malattia, spericolati inventori di rivoluzionarie tecniche chirurgiche, avventati sperimentatori di sostanze ignote e persino chirurghi che si auto-operano, per farsi pubblicità o perché privi di alternative. Sono vicende che non lasciano certo indifferenti, e nel loro complesso tracciano una storia della medicina decisamente diversa da quella che viene generalmente raccontata.
    Silvia Bencivelli si è laureata in Medicina a Pisa e in seguito si è perfezionata in Comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Voce autorevole della comunicazione della scienza in Italia, è una delle firme di riferimento del settore ed è attiva con podcast e programmi radiofonici e televisivi. Tra le sue pubblicazioni, Sospettosi. Noi e i nostri dubbi sulla scienza (2019), Le mie amiche streghe (2017), È la medicina, bellezza! Perché è difficile parlare di salute (con Daniela Ovadia, 2016) e Perché ci piace la musica. Orecchio, emozione, evoluzione (2007 e 2015).
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  • Marcello Di Risio
    Acqua e territorio. Un viaggio consapevole tra passato, presente e futuro
    15 novembre ore 18.15
    L’acqua è sempre più spesso associata ad eventi catastrofici quali alluvioni e frane. L’acqua è però anche la risorsa più preziosa che abbiamo, non solo perché indispensabile alla vita, ma anche per la sua intima correlazione con il territorio in cui viviamo e con il nostro quotidiano. Questo aspetto spesso passa in secondo piano. Questo incontro vuole essere un viaggio nel passato con un occhio puntato al futuro, per capire cosa ciascuno di noi può fare per avere un ruolo proattivo nel nostro rapporto con l’acqua.
    Marcello Di Risio, ingegnere, professore dell’Università degli Studi dell’Aquila, ricercatore associato dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Si occupa prevalentemente di costruzioni idrauliche e marittime, dirigendo il Laboratorio di Idraulica Ambientale e Marittima in cui opera insieme al suo gruppo di ricerca. Esperto dei fenomeni correlati alle onde generate dalle frane e, in generale, della valutazione della pericolosità correlata ai fenomeni idraulici (fluviali e costieri).
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  • Matteo Capone e Chiara Biagini
    Ma gli androidi mangiano pecore sintetiche?
    11 ottobre ore 18.15
    Sinonimo di status sociale prima, e di sicurezza alimentare poi, la carne è uno degli alimenti a cui la società occidentale è stata da sempre più affezionata. Eppure, nel corso degli ultimi anni, il suo consumo millenario è diventato un argomento divisivo. Come mai? Non è il modo in cui mangiamo carne ad essersi evoluto, ma il mondo intorno a noi a essere cambiato, con nuove questioni ambientali, etiche e salutistiche che mettono in discussione la legittimità e la convenienza del consumo di carne. Così, sono nate alcune delle alternative alla carne che popolano gli scaffali dei supermercati e le prime pagine delle nostre testate: la “carne vegetale”, quella coltivata (chiamata erroneamente “sintetica”) e gli insetti per alimentazione umana (che alcuni considerano la nuova frontiera dell’alimentazione). Conoscere la scienza che c’è dietro questi alimenti, così come le ragioni storiche e sociali alla base della loro nascita, ci permette di scegliere in modo informato cosa mettere sulle nostre tavole, al di là di mistificazioni e tifoserie.
    Matteo Capone, dottorato in Modelli matematici, è ricercatore post-doc in biochimica computazionale all’Università degli Studi dell’Aquila;
    Chiara Biagini, dottorato in chimica organica, lavora come addetta alla comunicazione con specializzazione in comunicazione scientifica e della sostenibilità.
    Insieme hanno ideato, nel 2020, il progetto/blog di divulgazione scientifica "Il chimico sulla tavola", che invita a osservare, con leggerezza e ironia, la chimica che si cela dietro il mondo di tutti i giorni, abbracciandone senza paura la sua complessità. Il progetto conta ad oggi numerose collaborazioni con università e associazioni di settore e ha all’attivo un podcast, Homo Umamis, che racconta l’evoluzione del cibo nella storia e la chimica che c’è dietro.
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Ventunesima stagione - Primavera 2023 

  • Gemma Colesanti
    Le mercantesse nel Medioevo mediterraneo
    14 giugno ore 18.15
    Sarebbe impossibile comprendere il mondo medievale senza far riferimento ai mercanti ed al loro complesso e affascinante mondo. Oggi questo quadro diventa ancora più interessante, dopo aver scoperto negli archivi le tracce di un’altrettanto febbrile e significativa attività mercantile da parte di donne. Non meno dei mercanti, le mercantesse si muovevano da una città all’altra del Mediterraneo con la piena consapevolezza del loro fondamentale ruolo in una società non individualista, abituata a pensare e agire per gruppi. All’interno del gruppo di coloro che esercitavano l’arte del commercio, le mercantesse svolgevano le loro attività con perizia e dimestichezza. Ricostruirne le vicende arricchisce la nostra comprensione di un periodo lontano e del suo significato per le odierne riflessioni sul ruolo sociale delle donne nel mondo contemporaneo.
    Gemma Colesanti
    È ricercatrice presso l'Istituto di Scienze per il Patrimonio Culturale di Napoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente di Storia Medievale presso l'Università Orientale di Napoli. Svolge attività di ricerca su temi legati alla storia della spiritualità femminile e sulle reti commerciali nei territori italiani della Corona d'Aragona, sul notariato nel Regno di Napoli tra il Trecento e il Cinquecento, sulla storia delle donne come agenti economici e nel processo di trasmissione del sapere. È autrice di monografie su importanti figure femminili del quindicesimo secolo, quali la mercantessa spagnola Caterina Llull i Sabastida e Beatrice d'Aragona, figlia del Re di Napoli che fu Regina d’Ungheria tra il 1476 e il 1500.
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  • Giovanni Bietti
    Dal buio alla luce: Mozart, Beethoven e l'Illuminismo in musica
    10 maggio ore 18.15
    La musica di Mozart e Beethoven rappresenta la massima espressione artistica dell’Illuminismo. I due grandi viennesi sono convinti che il mondo possa cambiare, si possa migliorare; e la musica è il mezzo attraverso il quale ci dimostrano questa possibilità, dandoci per così dire un’immagine - ideale - del mondo tramite i suoni. Molte loro composizioni sono articolate come una grande realizzazione musicale della metafora illuminista più nota, quella che ha dato il nome all’intera corrente di pensiero Settecentesca: il passaggio dal buio alla luce, dall’oscurità dell’ignoranza e dell’oppressione alla luce del sapere e della libertà. Giovanni Bietti è convinto che oggi sia particolarmente importante ascoltare, eseguire, spiegare una musica che ci invita a usare la nostra intelligenza. Non tanto perché diversi studi scientifici hanno dimostrato il fatto, pur interessantissimo, che ascoltando la musica di Mozart o di Beethoven si diventa temporaneamente più intelligenti, quanto perché viviamo in un’epoca in cui molto spesso si cerca di addormentare il nostro intelletto, di non farcelo utilizzare appieno. Un’epoca in cui si tende a sminuire il valore della conoscenza, della competenza, della cultura e del sapere conquistati passo dopo passo. Un’epoca anti-illuminista, insomma, che forse non ha tra le sue massime aspirazioni “l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità”, per citare la celebre definizione dell’Illuminismo proposta da Kant.
    Giovanni Bietti
    Compositore, pianista e musicologo, è considerato uno dei migliori divulgatori musicali italiani. È una delle più note voci radiofoniche delle Lezioni di musica (seguitissima trasmissione settimanale di Rai-RadioTre). Ha pubblicato libri dedicati a Mozart (Laterza, 2015), a Beethoven (Laterza, 2013), a Haydn (EDT, 2020), a Verdi (Laterza, 2021) ed è autore di Lo spartito del mondo (Laterza, 2018), dedicato alla multiculturalità, alla capacità della musica di far dialogare tra loro culture diverse, e La musica della luce (Laterza, 2021), sul rapporto tra musica e Illuminismo. Tiene regolarmente lezioni-concerto, direttamente al pianoforte, presso molti dei più prestigiosi enti italiani, tra i quali il Teatro alla Scala, il Teatro La Fenice, L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di Torino, il Maggio Musicale fiorentino, il Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro Massimo di Palermo. Tra le sue apparizioni televisive, ricordiamo quella assai prestigiosa accanto a Piero Angela (RaiUno) nelle cinque puntate di SuperQuarkMusica, e quella, recentissima, delle 12 puntate della serie Musica da camera con vista (RAI5), dedicata al quartetto d’archi.
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  • Andrea Bernardoni
    Le macchine di Leonardo tra realtà e immaginazione
    12 aprile ore 18.15
    Il fascino delle macchine di Leonardo è innegabile. Ricordato per secoli come artista sommo, Leonardo è ora altrettanto noto come ingegnere e inventore visionario di macchine, molte realizzate solo secoli dopo che lui le aveva disegnate. In questo incontro avremo modo di apprezzare proprio i suoi disegni e il suo straordinario lascito manoscritto (circa 4100 fogli), per secoli dispersi in diversi paesi e riscoperti solo all’inizio del Novecento. In essi possiamo ripercorrere la vicenda intellettuale di Leonardo ingegnere: un percorso di ricerca attraverso lo studio e la pratica delle arti meccaniche che lo portò alla filosofia naturale e a concepire la necessità di una riforma della concezione tradizionale del sapere.
    Andrea Bernardoni insegna Storia della scienza e della tecnica al Dipartimento di Scienze umane dell’Università dell’Aquila. Presso il Museo Galileo di Firenze guida un gruppo di ricerca per ridare unità ai quaderni manoscritti di Leonardo da Vinci. Con il progetto Artes Mechanicae contribuisce agli studi sulla storia sperimentale della scienza e della tecnologia. Tra le sue pubblicazioni, il recente Leonardo Ingegnere (2020). Nel 2015 ha tenuto la Lettura vinciana presso la Biblioteca Leonardiana di Vinci, dal titolo Del colpo cagion del fuoco. Il dialogo tra arti meccaniche e filosofia naturale nei manoscritti di Leonardo.
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 Ventesima stagione - Inverno 2023 

  • Leonardo Guidoni
    Meccanica quantistica: da fenomeni bizzari alla costruzione di supercalcolatori
    15 marzo ore 18.15.
    I fenomeni più strani della meccanica quantistica spiegati in modo semplice, attraverso esempi concreti e giochi. Saranno illustrati i modi in cui la meccanica quantistica può essere usata per fare dei calcoli complicati e per costruire, grazie a uno degli effetti più bizzarri, il cosiddetto "entanglement", oggetto delle ricerche dei premi Nobel per la Fisica 2022, i cosiddetti "computer quantistici", che promettono una potenza di calcolo senza precedenti per applicazioni ad oggi impensabili in molti campi delle Scienze e dell'Ingegneria.
    Leonardo Guidoni, professore di Chimica fisica dell'Università degli Studi dell'Aquila ha conseguito il dottorato presso la SISSA di Trieste ed ha svolto attività di ricerca presso i politecnici svizzeri di Zurigo e Losanna e presso l'Università di Roma La Sapienza, dove ha ricevuto una borsa di ricerca "Rientro dei Cervelli". E' stato vincitore di un un importante finanziamento del Consiglio Europeo delle Ricerche per lo sviluppo di metodi computazionali per lo studio della Chimica e della Biochimica. I suoi campi di ricerca principali sono gli algoritmi quantistici applicati alla Chimica e lo studio al computer dei meccanismi di funzionamento della fotosintesi naturale ed artificiale.
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  • Simonetta Cheli
    Osservazione della Terra e cambiamento climatico
    8 febbraio ore 18.15.
    L’Agenzia spaziale europea ha sviluppato il programma satellitare Earth Observation per analizzare la complessità dei rapporti tra superficie e atmosfera del nostro pianeta. In particolare, è stato avviato il progetto Space for Climate, che permette la raccolta di informazioni per una conoscenza a lungo termine dei fenomeni e mutamenti climatici. Si possono così elaborare dati che permettono di valutare e predire gli effetti del cambiamento climatico.
    n questo incontro, si mostra come dalle spettacolari immagini realizzate dai satelliti si elaborino conoscenze degli ambienti terrestri, dei fenomeni naturali e del clima. Sono studi fondamentali che contribuiscono alla definizione delle linee di azione per il nostro futuro.
    L’Agenzia spaziale europea ha sviluppato il programma satellitare Earth Observation per analizzare la complessità dei rapporti tra superficie e atmosfera del nostro pianeta. In particolare, è stato avviato il progetto Space for Climate, che permette la raccolta di informazioni per una conoscenza a lungo termine dei fenomeni e mutamenti climatici. Si possono così elaborare dati che permettono di valutare e predire gli effetti del cambiamento climatico. In questo incontro, si mostra come dalle spettacolari immagini realizzate dai satelliti si elaborino conoscenze degli ambienti terrestri, dei fenomeni naturali e del clima. Sono studi fondamentali che contribuiscono alla definizione delle linee di azione per il nostro futuro.
    Simonetta Cheli, nata a Siena, ha studiato giurisprudenza ed economia all’Università di Yale, negli Stati Uniti, si è laureata in scienze politiche con una tesi di diritto internazionale delle comunicazioni satellitari all’Università di Firenze e ha conseguito il diploma di studi avanzati presso il Centres d’Etudes Diplomatiques et Sratégiques di Parigi. Entrata all’ESA nel 1988, ha lavorato all’Ufficio Relazioni Internazionali presso la sede centrale di Parigi e poi come responsabile delle Relazioni pubbliche e istituzionali. Dal 2008 ha diretto diversi uffici presso la Direzione dei Programmi di Osservazione della Terra e dal 2022 ne è la Direttrice.
    Locandina - Video completo - Intervista a Simonetta Cheli - Servizio Tgr Abruzzo 
  • Marco Valenti
    Persone, identità e neurotribù: un paradigma evolutivo per l'autismo
    18 gennaio ore 18.15.
    Con una prevalenza ormai stimata in circa uno su sessanta nella popolazione generale, che ha fatto parlare impropriamente di epidemia, l’autismo nelle sue diverse manifestazioni che lo connotano come uno “spettro” è diventato, più che una condizione clinica, un fenomeno di interesse generale e un paradigma culturale. Eppure, solo fino a pochi decenni or sono, l’autismo era una condizione quasi misconosciuta, sommersa nel mare indistinto del disagio mentale e della “follia”, stigmatizzata e segregata nell’istituzione psichiatrica. Affrancato dalla schizofrenia, l’autismo ha conosciuto una sua indipendenza nosografica solo recentemente, e a partire proprio dalla variegata comunità di persone, caregiver, terapisti, ricercatori e soggetti istituzionali è sorto un dibattito acceso che ha portato alla dicotomia epistemologica tra “person-first” e “identity-first”, per giungere agli sviluppi del concetto di neurodiversità come modo di essere-nel-mondo. In tal senso, usando un approccio identity-first gli autistici possono a buon diritto essere considerati una neurotribù con specifiche modalità di apprendimento e adattamento al mondo, e con pari diritti nell’accesso alle risorse necessarie per poter esprimere il proprio potenziale.
    Marco Valenti, medico specialista in psichiatria, perfezionato in epidemiologia e in bioetica, è Professore Ordinario dell’area di sanità Pubblica presso il Dipartimento Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università dell’Aquila. Direttore dal 2014 del Centro di Riferimento Regionale Autismo dell’Abruzzo (unità operativa clinica ed epidemiologica del SSN a direzione universitaria, con funzioni di direzione sanitaria di strutture riabilitative territoriali pubbliche), è stato nominato Membro esperto del panel nazionale per l’elaborazione delle Linee Guida per l’Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità. Coordina per la regione Abruzzo il comitato tecnico-scientifico e i programmi di ricerca sanitaria finalizzata sull’autismo finanziati dal Ministero della Salute. Svolge attività di ricerca nell’autismo di tipo metodologico, clinico e su strategie di interventi supportivi technology-enhanced (driving education, sistemi esperti). E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali dedicate all’autismo e, più in generale, ai metodi epidemiologico-clinici applicati in salute mentale.
    - Locandina - Video completo

 

Stagioni precedenti

I mercoledì della cultura sono organizzati da Adriano Angelucci, Marcello Crucianelli, Marco Di Francesco, Alice Lemmo, Marco Segala nell'ambito delle Attività culturali dell'Università degli Studi dell'Aquila.